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venerdì 13 aprile 2012

Alghero. La Porta d'Oro del turismo isolano. Queste due semplici frasi riflettono in modo decisivo un importante settore dell'identità economico produttiva della Riviera del Corallo. Il turismo. Le terza industria al mondo per produzione di ricchezza. Milioni di posti di lavoro. Infiniti gradi di sviluppo.

Un elemento fondante della globalizzazione dei mercati e del cambiamento dei comportamenti individuali. Viviamo nell'epoca della mobilità supersonica, della liquidità nella determinazione dei prezzi e, grazie ad internet, della sempre maggiore simmetria delle fonti informative. Anche se nel mercato turistico rimane fondamentale il “passaparola”, grazie al quale spesso si determina il comportamento d'acquisto.

Un dato ulteriore: l’area mediterranea dell’Europa è la destinazione più favorita a livello globale. Questa piccola premessa per sottolineare un problema che come cittadino algherese non posso non pormi, ovvero che ruolo dovrà avere nel futuro il turismo ad Alghero. Quale tipologia di destinazione diventerà la città? E in che modo farlo?

Ho la sensazione che in città manchi un serio dibattito su tutti questi temi. Una discussione che coinvolga le istituzioni, gli operatori pubblici e privati e soprattutto i cittadini. Le bellezze materiali e immateriali che il territorio di Alghero offre non sono più sufficienti per intercettare i flussi di domanda del bene “vacanza” e creare un effetto trickle down.

Per soluzionare questo tematismo servono 1) una radicale riqualificazione dell'immagine della città in termini di marketing, e 2) compiere una scelta decisiva su quale tipologia di turismo puntare nel futuro. Inoltre bisognerebbe trovare un sistema efficace nel reperire investimenti privati internazionali senza avviare una fase di "servilismo mercantile", potenziando in tal senso la capacità del "sistema Alghero" di intercettare risorse utili alla crescita dell'offerta complessiva della destinazione nel settore dei servizi.

Se, per dare forza all'immagine della città, si dovesse scegliere di mirare verso un turismo "verde" questo avrebbe ricadute importanti sulla pianificazione del territorio in termini di PUC e professionalità da inserire in questo processo. Scegliere un turismo di massa e votato alla sola balneazione implicherebbe politiche urbanistiche diverse. Propendo per un turismo ecosostenibile: in questo senso Alghero possiede tutte le carte in regola per riorientare la sua immagine globale proponendosi come "green destination".

Il processo di markenting si sta sempre più individualizzando. Il mercato oggi è
formato di persone e come tale va riconosciuto; e altresì importante tenere conto che la concorrenza non riguarda più i prodotti, ma la percezione. Vince chi riesce ad essere percepito dal potenziale cliente come destinazione per la propria vacanza. Concordo con Josep Ejarque quando sostiene:

Di fatto, il marketing turistico deve puntare meno sulla promozione, intesa in senso tradizionale e deve, invece, operare per costruire un’immagine, sviluppare rapporti di collaborazione, realizzare alleanze nella destinazione, creare un buon customer relationship service e, soprattutto, comunicare i benefici che i turisti avranno scegliendo la destinazione. Programmando e realizzando un marketing ‘customer-centrically’ sicuramente si possono ottenere risultati positivi e un ritorno degli investimenti soddisfacente per gli operatori, per gli shareholders e gli stakeholders del territorio

Bisogna fare una scelta strategica tenendo conto delle esigenze di tutti. Per questo credo che la città debba dotarsi di un centro studi sul turismo di alto profilo che elabori piani di sviluppo, soluzioni e che sia capace di fornire conoscenza diffusa in modo da professionalizzare sempre di più tutto il comparto. Un laboratorio di idee e policy che sia sostenuto dal pubblico e dal privato, capace di diventare nel tempo un punto di riferimento culturale ed economico per il territorio: un fattore di crescita collettivo.

La conoscenza è uno snodo decisivo dello sviluppo economico e la produzione di beni immateriali ha spesso ricadute positive nella creazione di beni materiali. Il turismo è un mix di questi due insiemi. Abbiamo bisogno di vedere in esso un driver determinante per la creazione di benessere e per far questo bisogna entrare nell'ottica che stiamo parlando di economia allo stato puro. E quindi di efficienza, competitività, investimenti ecc ecc...Nella nostra città non mancano competenze e professionalità per vincere questa grande sfida, ma ritengo fondamentale che in questo processo l'elemento decisionale debba essere posizionato più vicino possibile al cittadino e ai suoi diritti.

Oltre ogni indice di natura economica, il turismo è un bene comune di tutti gli algheresi e in questa ottica è necessario fare delle scelte che siano utili per il bene della città, mettendo davanti l'interesse generale rispetto all'appetito di pochi. Pensiamo alla laguna del Calik. Dovrà essere un volano di sviluppo di un turismo sostenibile oppure dovrà un giorno diventare uno stagno di quartiere? 

Ritengo fondamentale che Alghero diventi capostipite di un progetto più ampio che coinvolga  il triangolo che da Castelsardo passa per l'Asinara fino ad arrivare alla Riviera del Corallo. Un territorio magnifico con in dotazione un porto e un aereoporto: pieno di attrazioni naturalistiche, culturali e enogastronomiche di livello mondiale. Questo triangolo potrebbe diventare il più grande Parco ecosostenibile del Mediterraneo. Per far questo bisogna fare delle scelte e abbracciare in pieno le nuove frontiere della green economy. Avrà Alghero questo coraggio di cambiare?

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