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martedì 26 giugno 2012
In occasione di un convegno dedicato alla figura di Enrico
Berlinguer e svoltosi a Sassari in occasione dei 90anni dalla nascita del leader
del Partito Comunista Italiano, Massimo D'Alema ha rilasciato la seguente
dichiarazione:
Si delinea un’asse tra la sinistra riformista e il centro democratico, è in quella parte lì che si può costruire una prospettiva di governo, non vedo altri che siano in grado oggi di concorrere ragionevolmente a governare l’Italia
Posto che questo archetipo progettuale possa essere in
qualche modo utile o meno all'Italia l’interrogativo principale è il seguente,
ovvero se suddetto ragionamento descriva la strada giusta da seguire per le
prossime elezioni regionali in Sardegna.
Davvero la "sinistra riformista"
crede di affrontare la crisi sarda prendendo a bordo l'UDC (alleato della
giunta Cappellacci) per la prossima tornata elettorale? Con quale idea di mutamento
rispetto al fallimento del sistema politico e giuridico ereditato dall'Autonomia?
Davanti alla possibile realizzazione di questa ipotesi, come si comporterebbe
la sinistra "non riformista"?
L'unica alternativa credibile ad un
centro-sinistra alleato con l'UDC e ad un centro-destra post berlusconiano,
potrebbe essere un'alleanza tra sovranisti e indipendentisti fondata sui
seguenti punti:
1) Costruire una forza di governo progressista ed europeista
che abbia la sua base sociale principalmente nelle giovani generazioni, nelle
piccole e medie imprese, nel settore agropastorale e nel comparto conoscitivo;
2) Porre come punto irrinunciabile del suo programma
politico il superamento dell'Autonomia affinché si ridisegni una Sardegna
sovrana in materia fiscale, energetica e per quanto riguarda le politiche dei
trasporti;
3) Lasciare aperta l'opzione dell’indipendenza come una possibile
evoluzione della storia politica e costituzionale della Sardegna prendendo come
esempio la Scozia.
Un modello coalizionale impostato sui punti 1, 2 e 3
potrebbe operare in diversi scenari. Il primo sarebbe quello di presentarsi
agli elettori come un terzo polo autosufficiente e in forte competizione con
gli altri due. La seconda opzione potrebbe essere quella di conseguire dei
punti di convergenza con la sinistra riformista, usando le primarie di
coalizione nella scelta del governatore in un quadro in cui il punto 2 è
accettato da tutte le forze politiche.
Da quest'ultima opzione è esclusa
qualsiasi ipotesi di alleanza con l'UDC. Questo scenario è quello più
complicato da realizzare in quanto richiederebbe a tutte le componenti
partitiche un passo indietro rispetto alla propria identità genetico-politica,
in nome però di un superamento definitivo dell'Autonomia così come l'abbiamo
conosciuta.
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