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lunedì 23 aprile 2012

Émile Durkheim
Per Émile Durkheim l'oggetto dello studio sociologico sono i fatti sociali. Il suicidio rientra in questo ordine: è un fatto. Una delle sue origini è da rintracciare nella anomia la quale non è altro che la mancanza o assenza di norme causata da mutamenti sociali di peculiare consistenza. Il sociologo francese sostiene che durante i cicli economici fortemente depressivi o di grande crescita aumenta la probabilità del suicidio anomico. 

La crisi economica che stiamo attraversando sembra dare ragione a Durkheim. Il "fatto sociale" riguardante il suicidio è divenuto norma quotidiana. Ormai non passa giorno senza che non si oda notizia in tal senso. Spesso le persone che si tolgono la vita sono imprenditori impossibilitati a fronteggiare i costi della propria azienda. Nelle nostre organizzazioni sociali al fallimento economico è consequenziale quello personale: la perdita della dignità esistenziale abbuia la volontà di vivere. 

La condizione soggettiva di un individuo non può non essere subordinata a quella oggettiva. La Sardegna non è esente da questa fenomenologia. Nell'Isola sono numerosi i suicidi. Il tessuto produttivo è in ginocchio. Fare impresa è diventato impraticabile. I costi fissi sono tra i più alti d'Europa. Siamo sull'orlo del precipizio. Cosa fare? Da dove ripartire? 

Si potrebbe ricominciare dalla sentenza della Corte Costituzionale del 20 aprile che sancisce che la Regione Sardegna non ha bisogno di norme di attuazione per ottenere dallo Stato le nuove (e vecchie) entrate tributarie in base all'accordo del 2006 con l'allora governo Prodi. Lo Stato italiano deve quindi adempiere ai suoi obblighi tributari. In ballo ci sono miliardi di euro. Con questo denaro la RAS potrebbe soccorrere le imprese isolane che in migliaia vertono in stato di sofferenza finanziaria. 

La sovranità fiscale è uno dei nodi da sciogliere in vista di una futura crescita economica. La Sardegna deve acquisire piena sovranità in materia tributaria in modo da poter scegliere quale sarà la migliore politica finanziaria da adottare. Non è più possibile non poter disporre delle proprie risorse così come è accaduto fino ad ora. L’accrescimento del sistema produttivo, delle reti cognitive e del welfare sono fattori che dipendono strettamente dagli strumenti che la Sardegna possiede per poterli governare.

La strada verso la sovranità apre scenari di speranza in quanto l’Autonomia non ha saputo dare risposte concrete. In termini politici la sentenza della Corte suggerisce alla Sardegna che il controllo diretto delle proprie finanze è un bene oltre che un diritto. I suicidi di questo tempo di crisi sono un campanello d’allarme spaventoso a cui tutti noi siamo chiamati a dare un profondo ascolto. In Sardegna più che mai in quanto l'anomia sembra aver messo profonde radici.

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