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mercoledì 16 maggio 2012

Ryanair chiede aiuto. La compagnia aerea irlandese rischia di abbandonare l'Isola schiacciata dalla mannaia regolatrice dell'Unione Europea. Alghero corre il rischio di lasciarsi sfuggire il suo principale vettore per il trasporto passeggeri. Sarebbe un colpo durissimo sia per la Riviera del Corallo che per la Sardegna. In questo tempo di crisi l'incertezza sul funzionamento dei traporti influenza in modo drammaticamente negativo il flusso turistico. In questa fase è strategicamente fondamentale adoperarsi affinché Ryanair continui a volare sui cieli sardi. 

Oltrepassata la contingenza emergenziale, alcuni nodi dovranno essere imprescindibilmente districati. Il primo è quello del riconoscimento normativo dell’insularità all’interno dell’Unione Europea. La Sardegna, in quanto isola, dovrebbe godere di agevolazioni in materia di trasporti che siano riconosciute e regolamentate a livello comunitario. In modo chiaro e produttivo per l'economia isolana. 

Tutti rammentano gli aiuti di stato che il governo tedesco rese alla Volkswagen, per non richiamare alle vicende Alitalia e Fiat. A questo punto una domanda è essenziale: per far valere le loro ragioni in Europa,  i sardi a quale potere politico mediatore devono fare riferimento? All'Italia piuttosto che alla Regione? La vicenda Ryanair mostra in modo evidente come, ad una cattiva gestione della questione da parte di Cappellacci, si sia connesso un vuoto di rappresentanza che i sardi indossano in Europa. Con quale peso politico la Regione si presenta a Bruxelles per trovare una soluzione? 

La battaglia, in conseguenza di ciò, riguarda la relazione politico-giuridica tra la Sardegna e l’Europa. Internamente a questo quadro bisogna convogliare il tema del riconoscimento dell'insularità da cui far poi discendere una risoluzione per i trasporti aereo-marittimi sardi. Per tanto l'Isola deve dotarsi di strumenti politici e normativi efficaci con lo scopo di pesare di più nei contesti sovranazionali: senza più dipendere da Roma. 

Il secondo nodo da sbrogliare è quello della diversificazione delle compagnie aeree che operano in Sardegna e ad Alghero. Dipendere in tutto e per tutto da una solo vettore può essere azzardato nel moneto in cui, un qualsiasi tipo di impedimento, fa venir meno tale presenza.  In questo senso l’idea di una flotta aerea sarda, se portata avanti in modo serio, potrebbe essere una modalità con cui garantire ai sardi il diritto alla mobilità laddove altre compagnie non sono competitive con i prezzi.

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