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sabato 25 agosto 2012
« Se una pallottola dovesse entrarmi nel cervello, possa questa infrangere le porte di repressione dietro le quali si nascondono i gay nel Paese » | |
Harvey Milk
|
Gus Van Sant. Regista eclettico capace di mettere in scena grandi capolavori, ma anche spericolati flop. Il film Milk fa parte indubitabilmente della prima categoria. Una pellicola fortemente emotiva che riporta la vera storia di Harvey Milk, attivista per i diritti dei gay nella San Francisco degli anni settanta. Morto assassinato (insieme al sindaco progressista George Moscone) per mano del politico conservatore Dan White.
L'attore protagonista è
Sean Pean che recita appunto il ruolo di Milk in maniera superba. Il film ruota
intorno alle lotte per il riconoscimento dei diritti civili dei gay e alla
possibilità di poter vivere il proprio amore e la propria sessualità in modo
libero. Sullo sfondo si posizionano gli Stati Uniti, paese in cui la questione
della rappresentanza delle minoranze nelle istituzioni e della tutela dei loro
diritti erano - e sono- fattori di grande conflitto, dentro una nazione sempre
in bilico tra messianismo religioso e progressismo avanzato. Questa dualità
esistenziale è ben messa in luce dal regista.
La San Francisco di quei tempi
era un crogiolo di personalità in cerca di una vita libera da vincoli
moralistici. Ed infatti dalla loro mescolanza scaturiranno putiferi culturali
di livello planetario. Grazie a siffatto ambiente libertario e alla sua
costanza nella lotta per la propria causa, Milk porterà il movimento da lui
guidato sempre più in alto fino a diventare il primo gay dichiarato ad essere
eletto nelle istituzioni negli Stati Uniti.
L'emancipazione delle minoranze
passa quasi sempre attraverso grandi dolori personali e collettivi. Non è
esente da questi passaggi il protagonista del film e la comunità gay di San
Francisco. Manifestazioni non autorizzate, sgombero violento dei punti di
ritrovo dei gay e infine l'omicidio di Milk. Tanto dolore che conferma il
coraggio di tutte le persone che senza paura hanno combattuto per l’affermazione
di una cittadinanza orizzontale.
Ma nel film è vivo anche tanto amore: per la libertà, per il prossimo e soprattutto per la vita stessa che Milk ha vissuto fino in fondo. Fino a quando una pallottola non ha messo fine alla sua corsa verso una vita meno difficoltosa da affrontare. Ma a quel punto la sua battaglia per i diritti civili era già sulla strada della vittoria definitiva.
La
fiaccolata finale con migliaia di persone di ogni estrazione sociale,
orientamento sessuale, razza o religione testimonia il fatto che la personalità
di un individuo non si esaurisce per forza di cose solo nell'essere gay. Questo
concetto vale per tutte le minoranze e gli esseri umani. Una persona è
semplicemente una persona. Quello che in fondo è stato Milk.
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